Leiomiosarcoma e trattamento combinato doxorubicina e dacarbazina: i risultati dello studio retrospettivo EORTC-STBSG
Il punto di partenza
Il Leiomiosarcoma è uno dei più comuni sottotipi (istotipi) di Sarcoma dei Tessuti Molli (STSs) e rappresenta circa il 10-20% di tutti i STSs. Può originarsi in qualsiasi parte del corpo anche se più frequentemente nel retroperitoneo, arti, utero. Vi sono alcune evidenze cliniche che supportano l’ipotesi che la sede di origine influisca sia sulla prognosi che sulla risposta ai trattamenti. Nelle forme localizzate, la chirurgia rimane ancora il trattamento principale. Tuttavia la malattia tende spesso a recidivare nonostante la chirurgia sia eseguita in modo ottimale. Per i pazienti metastatici, il trattamento chemioterapico di prima linea si basa ancora oggi sulle antracicline, doxorubicina da sola o in combinazione con ifosfamide o dacarbazina. La completa remissione della malattia è rara. L’utilizzo di chemioterapici di seconda linea- secondo l’approccio basato sullo specifico istotipo- ha evidenziato ad oggi solo risultati di tipo anedottico, senza dimostrare un superamento dei risultati ottenuti con le antracicline. Il trattamento ottimale dei pazienti con leiomiosarcoma avanzato è tuttora oggetto di discussione della comunità scientifica.
Che cosa è stato fatto
È stato condotto uno studio retrospettivo su 333 pazienti con leiomiosarcoma trattati - tra il 2010 e il 2015- in 18 centri afferenti all’EORTC-STBSG e distribuiti in 9 diversi Paesi. Di questi pazienti, il 39% dei pazienti era stato trattato con doxorubicina e dacarbazina; il 23% con doxorubicina e ifosfamide; il 38% con solo doxorubicina. Gli end-points valutati sono stati il PFS ( Progression Free Survival- sopravvivenza libera da malattia), l’OS (Overall Survival- sopravvivenza complessiva) e l’ORR ( Overall Response Rate- tasso di risposta complessiva).
Qual è il principale risultato
Il trattamento con doxorubicina in combinazione con dacarbazina ha dimostrato i migliori risultati in termini di PFS (maggiore di 9 mesi) e ORR (circa 30%) rispetto agli altri due tipi di trattamento analizzati. L’analisi non ha tuttavia mostrato effetti significativi sull’OS.
Perché è importante questo lavoro e quali le possibili ricadute
Lo studio conferma da un lato migliori risultati del trattamento con doxorubicina e dacarbazina e dall’altro il limitato risultato della combinazione con l’ifosfamide ( minor ORR e OS tra i tre schemi di trattamento analizzati). Seppur la natura retrospettiva dello studio non conduca a conclusioni definitive, è raccomandata particolare attenzione nell’uso di ifosfamide- a causa della tossicità del farmaco- nei pazienti con leiomiosarcoma. La combinazione doxorubicina e dacarbazina risulta essere un’opzione terapeutica valida nei pazienti con leiomiosarcoma che merita ulteriori approfondimenti attraverso nuovi studi di tipo prospettico. Sulle basi dei risultati di questo studio, si sta sviluppando nel contesto EORTC-STBSG uno studio randomizzato di fase 3 con la finalità di esplorare meglio il ruolo del trattamento neo-adiuvante (trattamento prima della chirugia) con doxorubicina e dacarbazina nei confronti della sola chirurgia in pazienti affetti da leiomiosarcoma retroperitoneale localizzato, con dimensioni maggiori di 5 cm e ad alto grado (studio STRASS2)