Sarcoma di Ewing: passi avanti nella ricerca
Proseguono gli studi sugli oncogeni di fusione, e in particolare su uno collegato al sarcoma di Ewing, che potrebbe aiutare a capire meglio il comportamento del tumore ed è stato oggetto di un articolo pubblicato da un gruppo di ricercatori francesi. Gli oncogeni di fusione si formano in seguito a modificazioni del DNA che portano all’affiancamento di due geni normalmente separati, alterandone la codifica o le sequenze regolatorie. I trascritti di fusione, prodotti dai geni di fusione, sono implicati nella formazione di tumori e il loro studio può fornire indicazioni sulla diagnosi, la prognosi e anche la terapia.
Il nuovo oncogene di fusione
L’oncogene di fusione LMO3-BORCS5 è stato recentemente descritto alla diagnosi e nella recidiva nel tumore di in un paziente con sarcoma di Ewing, all’interno di un gruppo di tumori pediatrici in fase di recidiva. Con questo nuovo studio è stato approfondito in laboratorio, in vitro e in vivo, il ruolo e la funzione di tale oncogene, in particolare in relazione allo sviluppo o alla resistenza dei tumori. In vitro i ricercatori segnalano una serie di modifiche collegate all’oncogene di fusione che portano a favorire lo sviluppo del tumore e anche a ridurre la sensibilità al trattamento, e in vivo (nel topo) un potenziale oncogenico alto nel causare tumori.
Prospettive
Gli autori riportano come gli studi sugli oncogeni di fusione nei casi di recidiva possano fornire dati importanti per comprendere i meccanismi che portano alla progressione del tumore e a una minore sensibilità e dunque risposta alle terapie. La scoperta di LMO3-BORCS5 sottolineerebbe il ruolo importante dei trascritti di fusione non solo per l’inizio dello sviluppo di un tumore ma anche nelle fasi successive, quindi nella sua progressione e nella resistenza, anche in un singolo paziente con tale alterazione del DNA. In questo senso emerge l’importanza di considerare, per il trattamento, anche le alterazioni alla base del tumore nel singolo individuo e il ruolo della medicina personalizzata, in cui i trascritti di fusione rappresenterebbero uno strumento utilizzabile e dovrebbero essere studiati in nuovi trial clinici sul genoma.